Marco Martinelli intervista Pierdomenico Perata
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Pierdomenico Perata: Non abbiate paura degli alimenti tecnologici

Marco Martinelli incontra Pierdomenico Perata per “Scienziati (e) Pazzi, il podcast scientifico di Earth Day Italia

Sete di conoscenza, pazzia, genio, follia, creatività. Che cosa muove una scienziata o uno scienziato a intraprendere il suo percorso? La società sta seguendo le indicazioni della comunità scientifica? Come contrastare fake news e antiscienza dilagante? Tutto questo è Scienziati (e) Pazzi, un podcast di Earth Day Italia.

In questo episodio ritroviamo Marco Martinelli nella “camera di crescita” di uno dei laboratori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per intervistare Pierdomenico Perata, docente di fiosiologia vegetale. Il tema di fondo è la ricerca nel campo delle tecnologia di coltivazione: un settore che indaga la genetica delle piante alla ricerca di varietà più produttive o resilienti a patogeni e ambienti avversi.

 

Per la rubrica “l’aNERDoto“, Perata rivela la sua passione scientifica per la coltivazione delle orchidee che, apprendiamo, sono piante molto difficili da coltivare; tanto che il Professore confessa di non essere ancora riuscito a far fiorire una rara orchidea originaria della Florida, caratterizzata dall’assenza di foglie..

Per la rubrica delle Fake News, il nostro ospite contesta la convinzione diffusa che il cibo del passato fosse più sano di quello prodotto oggi. Il superamento della stagionalità grazie alla globalizzazione e alle tecnologie di coltivazione in serra, fa osservare Perata, ci permette di avere frutta e verdura fresche disponibili quotidianamente. Un apporto di nutrienti costante che ha contribuito, parallelamente ai progressi della medicina, di aumentare sensibilmente la vita media degli esseri umani negli ultimi decenni.

Nella rubrica de “La Pazzia“, il fisiologo stigmatizza la diffidenza verso le nuove tecnologie applicate alle coltivazioni alimentari. Le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) e la manipolazione dell’RNA delle piante sono da molti viste come intromissioni troppo invasive dell’Uomo nei processi di evoluzione naturale. Perata le descrive come una nuova frontiera della ricerca che promette di fornire all’umanità prodotti alimentari più resistenti ai patogeni, più adatti ad affrontare i mutamenti climatici e, potenzialmente, meno bisognosi di fitofarmaci e anti parassitari.

 

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