Il Ministro: “Dobbiamo essere pragmatici e non ideologici nell’approccio alle politiche del pianeta”
Tra i principali settori responsabili delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera, quello agricolo è anche tra i più colpiti dagli effetti diretti del cambi amento climatico.
L’aumento delle temperature e della frequenza e intensità degli eventi metereologici sta spostando colture, imponendo nuove metodologie e tecniche di coltivazione, mettendo a durissima prova territori e imprenditori agricoli. E questo in un Paese come il nostro ha una valenza particolare per la varietà dei nostri prodotti e per una qualità che ci qualifica nel mondo come il regno della buona cucina e della buona tavola.
Se ne è discusso a Impatta Disrupt, il festival italiano dell’innovability, organizzato da Earth Day Italia e dal Think Thank Impatta in collaborazione con Harmonic Innovation Group, all’interno della sessione “Agricoltura tra innovazione e tradizione”.
Durante la sessione pomeridiana di martedì 15 aprile, focus sulle sfide enormi che il cambiamento climatico sta ponendo a uno dei settori più strategici per l’economia nazionale. Fondamentale il ruolo dell’innovazione, chiave per rendere la filiera produttiva più efficiente e sostenibile.
Le nuove tecnologie, dalle soluzioni per una gestione più intelligente delle risorse alla digitalizzazione dei processi, promettono infatti di rivoluzionare il settore, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la capacità di resilienza e adattamento rispetto alle nuove condizioni climatiche.
Italian sounding, dazi, green deal. L’interVista al Ministro Lollobrigida
Momento principale della sessione l’intervista disrupt condotta da Chiara Giallonardo al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Il ministro si è in prima battuta concentrato sul Ddl Difesa dei prodotti alimentari, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri.
“Tra i reati che abbiamo inserito c’è un elemento che permette di aggredire in maniera più efficace chi utilizza simboli che richiamano all’italianità oppure forme associative non previste nel codice, eppure esistenti” – ha ricordato Lollobrigida che ha tenuto a sottolineare il prezioso contributo delle forze dell’ordine: “Le nostre forze dell’ordine sono eccezionali. Dobbiamo ricordarci che in Italia non abbiamo più frodi degli altri, ma più persone che controllano in maniera attenta.
Per una persona che sbaglia ce ne sono 100.000 che fanno perfettamente il loro lavoro, garantendoci qualità che ci permette nell’agroalimentare di avere nel Made in Italy associato all’agroalimentare un elemento di riconoscibilità del meglio del Pianeta e, anche dal punto di vista della salute, una longevità seconda solo al Giappone.”
La discussione si è poi spostata sulla minaccia dazi proveniente dagli USA: “Dobbiamo far capire agli Stati Uiti che i dazi non sono un buon affare neanche per loro. Certe produzioni non sono delocalizzabili, inoltre la filiera di distribuzione guadagna sul prodotto più di quanto guadagna l’esportatore” per finire sul Green Deal, su cui il ministro conferma di voler chiedere una revisione.
“Dobbiamo essere pragmatici e non ideologici nell’approccio alle politiche del pianeta. Se certe norme fossero applicate da tutti contrasterebbero il cambio climatico, ma se vengono rispettate, rigidamente, solo in Europa producono l’effetto opposto, agevolando sistemi di produzione che sono molto molto molto più impattanti di quello europeo, che già oggi è il sistema più virtuoso del pianeta.
Dobbiamo garantire ai nostri agricoltori la possibilità di continuare a produrre in nome di un principio di sostenibilità che non può essere guardato da un solo punto di vista, ma da una prospettiva complessiva quindi dell’ambiente, della capacità produttiva e dell’equilibrio sociale“
Sergio Marchi (Ismea): tempo di un rinascimento agricolo

La sessione era stata aperta dalla copertina di Sergio Marchi Direttore Generale di ISMEA, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.
“Oggi la sostenibilità va letta a 360°, ambientale economica e sociale. Mi piace molto l’idea di un Rinascimento verde, ma ancor di più quella di un Rinascimento agricolo perché poi il verde ha bisogno di essere mantenuto e valorizzato e l’agricoltore è il primo custode del territorio. Anche in Europa ci si sta rendendo conto che senza una manutenzione attiva del territorio, il territorio stesso frana, non c’è PIL, non c’è attrattività, non c’è possibilità di fare impresa.
I fondi del PNRR ci danno un’occasione unica per cambiare la faccia dell’agricoltura italiana, puntando su innovazione, sostenibilità a tutto tondo, recupero delle aree interne, resilienza, biodiversità tutto quello rende l’Italia unica al mondo.”
I temi di giornata: desertificazione, ricerca spaziale, situazione internazionale, lavoro
Successivamente, nel primo panel di sessione “La risposta alla desertificazione e all’aumento dei fenomeni estremi”, Massimiliano Menichetti, Vide direttore dei Media Vaticani, ha stimolato una discussione sulle strategie di adattamento del settore e sul ruolo dell’innovazione per favore coltivazioni più sostenibili e resilienti. Hanno preso parte al dibattito Maria Chiara Zaganelli – Direttore Generale CREA – Fabio Vitale – direttore AGEA – Marco Casini – Segretario Generale Autorità di bacino distrettuale Appennino

Centrale – Mario Cerulli – Subject Matter Expert agricoltura e ambiente di SIGEO (Gruppo New Changer) – e Massimo Tabacchiera – Amministratore Delegato AGRICAT.
L’approfondimento tecnico successivo “Il territorio visto dallo Spazio” ha visto protagonisti Stefania Cantoni – Direttore Infrastrutture di Ricerca e Sperimentazione CIRA – Luca Cicala – Responsabile analisi dei dati tele rilevati e applicazioni CIRA – Nunzia Favaloro, responsabile esplorazioni spaziali e satelliti CIRA – Giorgio Licciardi – tecnologo dell’Agenzia Spaziale Italiana – e Simonetta Ceraudo – responsabile rilievi e territori SIGEO.
Gli esperti, stimolati da Massimiliano Menichetti, hanno fatto il punto sulle opportunità offerte al settore dallo straordinario aumento della capacità di osservazione del territorio dallo spazio grazie ai satelliti che orbitano intorno al nostro pianeta e che rendono possibile agricoltura di precisione, gestione più oculata del territorio, modelli previsionali in grado di prevenire il più possibile gli eventi estremi aumentando la capacità di gestione delle emergenze.

A fare il punto sulla situazione internazionale è stato invece Maurizio Martina, Vicedirettore Generale FAO. In collegamento con Chiara Giallonardo, Martina ha come la crisi climatica stia causando in determinati paesi una drammatica emergenza alimentare. L’ex Ministro dell’Agricoltura (governo Renzi) ha invocato l’impegno dei Paesi più ricchi, stimolandoli ad attivare strumenti finanziari adeguati per migliorare la situazione globale.
A chiudere la sessione uno stimolante incontro “Innovazione tecnologica e mercato del lavoro” che ha tra gli altri temi affrontato le questioni della parità di genere, in particolare nei cosiddetti ambiti STEM (science, technology, engineering and mathematics).

Moderato da Chiara Giallonardo, il panel ha avuto ospiti Vittorio D’Orsi – Docente di Sociologia dell’Informazione Università Europea di Roma – Stefania Mancini – Esperta di sanità digitale e tecnologie innovative – Alessia Salmaso – Presidente del Comitato Scientifico Federazione STEM – Sabrina Presto – Ricercatrice CNR, autrice del libro “Scienziate Visionarie” – e Silvia Mari – Ufficio Volo Umano e Sperimentazione, Direzione Scienza e Innovazione dell’Agenzia Spaziale Italiana.