Con un giorno di anticipo rispetto al 2024 l’umanità ha consumato quanto il pianeta è in grado di rigenerare in un anno
Letteralmente il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra o Giorno del Superamento.
È l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui l’umanità esaurisce le risorse naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno.
Quest’anno cade oggi, 24 luglio. Da domani quindi vivremo in uno stato di debito ecologico nei confronti del Pianeta, consumando beni che la Terra non potrebbe fornirci.
La stima, sviluppata dal Global Footprint Network, si basa su quante risorse (cibo, acqua, legname, assorbimento della CO₂, ecc.) la Terra può rigenerare, e quante ne consumiamo.
Purtroppo la data cade sempre prima nel calendario. Lo scorso anno l’Overshoot Day è caduto il 25 luglio, ma è impressionante pensare che nel 1971, primo anno in cui la rilevazione è stata effettuata, era il 29 dicembre. Rispetto ad allora siamo cinque mesi indietro. Consumando risorse a questo ritmo per soddisfare i nostri bisogni servirebbero 1,8 pianeti.
Non tutti i paesi sono ugualmente responsabili della situazione. Il paese più virtuoso è l’Uruguay (overshoot day il 17 dicembre) mentre all’estremo opposto troviamo il Qatar (6 febbraio). In generale i paesi occidentali e i cosiddetti petrostati occupano le posizioni peggiori. Gli Stati Uniti ad esempio hanno il loro country overshoot day il 13 marzo.
E gli italiani? Il nostro stile di vita è sostenibile fino al 6 maggio. Se tutti vivessero come noi servirebbero quasi 3 pianeti (2,9), soglia superata dall’Unione Europea che esaurisce le sue risorse pochi giorni prima, il 29 aprile.
Deforestazione, combustibili fossili, spreco alimentare, inefficienza dei sistemi produttivi. Sono molti i fattori che concorrono a questa situazione. Gli stessi su cui intervenire per invertire la tendenza.
Secondo il Global Footprint Network, ridurre del 50% lo spreco alimentare a livello globale sposterebbe la data di ben 13 giorni. Se riducessimo del 50% le emissioni legate all’uso di carburanti fossili, guadagneremmo quasi due mesi.
Insomma, come spesso accade nelle questioni ambientali, noi siamo il problema, noi la soluzione.