L’appello delle associazioni ai giovani del movimento Fridays For Future: “Non siamo accanto a voi non per passarvi il testimone delle lotte che abbiamo fatto, ma per condurre insieme quest’azione di cambiamento”
Domani, 24 maggio, in tutto il mondo i giovani dei movimenti Fridays For Future, nati in seguito all’impegno di Greta Thunberg, si mobiliteranno per il secondo Global Strike for Future. A distanza di circa 70 giorni dal primo “sciopero” del 15 marzo, studenti e ambientalisti del pianeta torneranno nelle piazze per pretendere azioni concrete dai governi nazionali e dalle istituzioni transnazionali. Sono annunciate manifestazioni e cortei in tutte le grandi città. A Roma un corteo prenderà il via alle 10 da piazza della Repubblica per arrivare di nuovo a Piazza Venezia, ai piedi dell’Altare della Patria.
Earth Day Italia, insieme a decine di altre associazioni, reti sociali, istituzioni universitarie e scolastiche, comitati civici e cittadini, aderisce alla manifestazione e sottoscrive il seguente appello:
Siamo scesi insieme a voi nelle piazze del 15 marzo per il “Global strike for Future” perché finalmente una nuova generazione vuole prendere in mano i destini del pianeta. Ci siamo battuti, molti da lunghissimi anni, mossi dalle stesse vostre preoccupazioni, documentando e denunciando la devastazione di uno sviluppo fondato sulla spoliazione e il saccheggio delle risorse naturali. Contro il nuovo odioso colonialismo del landgrabbing, che attraverso i meccanismi della mera acquisizione di mercato priva intere popolazioni dei loro diritti, delle loro terre e delle loro acque senza dar loro nemmeno la possibilità di essere ascoltati o addirittura attraverso vere e proprie deportazioni.
Il consumo di risorse naturali ha assunto un ritmo sempre più vertiginoso. Il rapporto UNEP 2011 prevede entro il 2050 una triplicazione del consumo di minerali, idrocarburi, materiali da estrazione e biomasse rispetto alle attuali 16 tonnellate medie pro capite, con punte di 40 tonnellate rispetto alle 4 tonnellate pro capite dell’India; e quello dell’India è un consumo complessivo di poco inferiore a quello mondiale all’inizio del XX secolo. “Il consumo globale di risorse sta esplodendo” e “la prospettiva di molto più alti livelli di consumo di risorse è assai al di là di ciò che è verosimilmente sostenibile”. A questa crescita irrazionale e depauperante il pianeta vanno contrapposte, soprattutto nei Paesi ricchi, politiche di “disaccoppiamento” tra crescita economica e consumo di risorse, ben sapendo che “prosperità e benessere non dipendono dal consumare quantitativi sempre maggiori di risorse” e che “disaccoppiamento non vuol dire uno stop alla crescita, ma fare di più con meno”
In America Latina, Asia e Africa sempre più grandi foreste, terre comunitarie, bacini fluviali e interi ecosistemi vengono spogliati e le comunità sfollate. La diversità biologica viene costantemente ridotta, la grande barriera corallina australiana è a rischio nei suoi 3000 km e il respiro degli oceani è soffocato dalla plastica.
E, soprattutto, è in atto quella che è stata chiamata “la più grande minaccia di questo secolo”: il cambiamento climatico, la transizione all’instabilità climatica che si abbatte su uomini e cose con l’intensità degli eventi meteorologici estremi, mentre si estendono le aree desertiche, cresce la siccità, si addensa negli ultimi vent’anni il numero dei massimi di temperatura media della terra. La calotta artica si è spaccata nel 2006 aprendo la caccia senza regole al suo sottosuolo, nel 2017 si è staccato dall’Antartide un “iceberg” più grande della Liguria.
Continuare così non è possibile, incalcolabili le violenze e i danni alla biosfera in cui viviamo, rubato il futuro alle generazioni che verranno.
I governi di tutto il mondo, colpevolmente lenti nell’applicare il Protocollo di Kyoto (2005), oggi in ritardo nell’attuare gli impegni dell’Accordo di Parigi ratificati nel 2016 da 180 Paesi, devono accelerare la loro azione per fare più efficacemente fronte al cambiamento climatico e mantenere l’impegno preso di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 °C.
Lo sconquasso del clima è causa di migrazioni interne e della fuga disperata delle popolazioni più povere e vulnerabili, colpite da fame, sete e malattie endemiche, marginalizzate nei loro territori, spesso nel nome stesso dello sviluppo e dell’innovazione. I rischi dovuti ai disastri ambientali accrescono tensioni e conflitti e nel 2017 hanno causato, da soli, l’esodo di 60 milioni di rifugiati ambientali, ma saranno quattro volte tanti nel giro di soli vent’anni.
Occorre “costruire ponti” senza ridurre tutto alla sola questione dell’accoglienza e della sicurezza, ponti capaci di ridurre la distanza tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza, tra l’opulenza e la povertà, comeindicato dagli obiettivi globali dell’Agenda 2030 proposta dalle Nazioni Unite.
Occorre modificare i nostri stili di vita, le nostre culture e il nostro modo di pensare se vogliamo dare futuro al futuro. Decarbonizzare l’economia sostituendo i combustibili fossili con le fonti rinnovabili, trasformare i rifiuti in nuovi prodotti com’è tecnologicamente possibile, fare di più con meno, organizzare la società della sufficienza affinché ogni risorsa sia utilizzata senza sprechi e nel modo più appropriato fino all’autogestione, privilegiare l’acquisto di beni durevoli sostenibili, praticare il commercio equo e solidale e la finanza etica: sono i passaggi fondamentali verso quella “conversione ecologica dell’economia e della società” – una nuova alleanza tra uomo e natura e degli uomini tra loro – che pensatori e movimenti hanno proposto da oltre trent’anni e che ha trovato una sua lettura di alto valore spirituale nella Laudato si’ di Papa Francesco.
Non siamo accanto a voi non per “passarvi il testimone” delle lotte che abbiamo fatto, ma per condurre insieme a voi quest’azione di cambiamento, per condividere l’impegno quotidiano, per smuovere tutti con grandi pacifiche mobilitazioni. Per questo ci ritroveremo insieme il 24 maggio 2019.
Prendiamoci in mano i destini della Terra e obblighiamo i governi a seguirci.
Massimo Scalia CIRPS – Aurelio Angelini CNESA2030-Unesco – Daniela Padoan Forum LAUDATO SI’ – Enrico Vicenti Segretario CNI-Unesco – Roberta Cafarotti Dir. Scient. EARTH DAY ITALY – Vanessa Pallucchi Vice Pres. LEGAMBIENTE – Pippo Onufrio Dir. Gen. GREENPEACE ITALIA – Enzo Naso Dir. CIRPS – Gianni Silvestrini Dir. Scient. KYOTO CLUB – Ermete Realacci Pres. SYMBOLA – Mariagrazia Midulla Resp. Clima & Energia WWF– Mario Agostinelli Pres. ENERGIA FELICE – Marialuisa Saviano Pres. IASS – Mario Salomone Segr. Gen. WEEC NETWORK – Sergio Ferraris Dir. QUALE ENERGIA –Vittorio Bardi Pres. SÌ ALLE RINNOVABILI, NO AL NUCLEARE – Paola Bolaffio Dir. GIORNALISTI NELL’ERBA – Gianni Mattioli CNESA2030-Unesco – Serenella Iovino University of North Carolina– Michela Mayer CNESA2030-Unesco – Marco Fratoddi Dir. SAPERE AMBIENTE – Monica D’Ambrosio Giornalista – Paolo Bartolomei Commiss. Scient. DECOMMISSIONING – Anna Re Univ. IULM, Milano – Ilaria Romano Giornalista – Gianluca Senatore Univ. LA SAPIENZA-Roma – Pasquale Stigliani “SCANZIAMO LE SCORIE”, Scanzano – Gian Piero Godio PRO NATURA, Vercelli –Filippo Delogu CNESA2030-Unesco –Silvia Zamboni Giornalista –Enzo Reda MOV. ECOLOGISTA – Linda Maggiori Blogger – Giuditta Iantaffi Coord. Doc. GIORN. NELL’ ERBA – Oreste Magni ECOISTITUTO-VALLE DEL TICINO– Lucia Lombardo Studentessa Giurisprudenza, Univ. LA SAPIENZA-Roma – Anastasia Granito Studentessa Studi Orientali, Univ. LA SAPIENZA-Roma – Lara Attiani Studentessa Liceo MACHIAVELLI, Roma – Giulia Apicella studentessaLiceo TOUSCHEK, Grottaferrata (RM) – Elena Faustina Beste Studentessa Liceo SCUOLA GERMANICA, Roma – Francesca Contu Studentessa Liceo Classico DETTORI, Cagliari – Marco Del Signore Liceo Scientifico CAVOUR, Roma – Davide Volpi Studente Scuola Media P. VIRGILIO MARONE, Pomezia (RM) – Laura Sciarretta, Studentessa Scuola Media ALBERTO SORDI, Roma – Elia Pistono, Studente Scuola Elementare BERTINETTI, Vercelli – Mia Pistono Studentessa Scuola Elementare BERTINETTI, Vercelli