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ASviS e Next: combattere il climate change facendo la spesa, dal 28 settembre arrivano i Saturdays for Future

Giovannini: come consumatori dobbiamo avere una visione più ampia delle nostre responsabilità. Una maggiore informazione può aiutarci a scegliere meglio e con responsabilità

Nella settimana della mobilitazione studentesca per il clima che culminerà venerdì 27 settembre con il terzo Global Climate Strike indetto dal movimento dei Fridays for Future, l’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – lancia assieme a NeXt – Nuova Economia per tutti – l’iniziativa dei Saturdays for Future.
L’obiettivo è quello di sostenere l’impegno dei giovani cambiando, nel giorno in cui tradizionalmente si va a fare la spesa settimanale, le nostre abitudini di consumo.
Sabato, 28 settembre, ci sarà una mobilitazione nazionale, prima tappa di un percorso molto più lungo di cui Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, ha parlato intervenendo su Ecosistema, la trasmissione a cura di Earth Day Italia trasmessa da Radio Vaticana Italia.

 

Cosa sono i Saturdays For Future e da dove viene l’idea di questa iniziativa?
Sono un modo per imparare da ragazzi.
In un convegno in cui abbiamo mostrato i risultati di alcuni cash mob fatti durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile, cioè nelle occasioni in cui avevamo stimolato i consumatori a riflettere sulle motivazioni delle loro scelte, mi è venuto da pensare che il mondo non si può salvare impegnandosi solo il venerdì e, poiché oltre il 50% degli italiani fa la spesa settimanale il sabato, ho immaginato un ragazzo e una ragazza che tornano dallo sciopero di venerdì 27 e alla domanda del genitore “com’è andata?” potrebbero rispondere “dipende da come fai la spesa domani!”.
I Saturdays For Future sono un’occasione per sensibilizzare tutti noi a un consumo e, come dice l’obiettivo 12 dell’agenda 2030, a una produzione responsabili.

 

È per gli adulti un modo per dare concretezza e sostegno all’impegno dei figli?
Sì, ed è un modo per accelerare un percorso che è già stato avviato.
Tutte le indagini demoscopiche mostrano che gli italiani sono molto più attenti nel momento in cui consumano alle tematiche in primo luogo ambientali, ma anche a quelle sociali.
I più giovani sono molto più attenti degli adulti e degli anziani e i Saturdays For Future sono un’occasione per riequilibrare questa distanza e anzi stimolare le imprese a cambiare i loro modi di produrre e di distribuire.
Per questo stiamo dialogando con le associazioni, sia della grande distribuzione, che delle grandi catene e dei produttori per orientare in modo economicamente corretto, ma socialmente e ambientalmente più sostenibile, le nostre scelte.
Molte persone pensano che farlo sarebbe bello, ma che i prodotti ambientalmente e socialmente responsabili costano di più. Questo in parte è vero, ma possiamo scegliere in modo diverso dal passato a stare attenti a chiudere l’acqua, a non consumare energia, insomma a fare quelle tante azioni quotidiane che comunque incidono sul miglioramento del mondo.

 

La qualità, anche quella ambientale e sociale, ha un costo e in questo forse il consumatore è lasciato un po’ da solo. Cosa si potrebbe fare per spingere, anche a livello normativo, un consumo più responsabile?
Dal 29 settembre avvieremo un percorso con i produttori e distributori per riuscire a migliorare l’informazione ai consumatori stessi perché non sempre costa di più spendere in modo responsabile e socialmente e ambientalmente sostenibile.
In molti casi i consumatori non sanno cosa c’è dietro un prodotto. Non si tratta di cambiare il bar code, ma, per esempio, utilizzare di più i QR Code che possono con semplici app informare il consumatore sul modo con cui quel prodotto è stato realizzato, sui controlli che vengono attuati sulla filiera. Non dimentichiamo che non si tratta di guardare solo agli aspetti ambientali, ma anche ai diritti umani e sappiamo che purtroppo il lavoro dei minori è ancora molto utilizzato in giro per il mondo.
Una maggiore informazione può aiutarci a scegliere meglio e con maggiore responsabilità questi prodotti perché se costano poco vuol dire che qualcun altro paga il prezzo, magari il lavoratore o l’ambiente. Dobbiamo avere una visione un po’ più ampia delle nostre responsabilità.

 

Che ruolo ha la grande distribuzione in questo? Nella corsa al prezzo basso sul prodotto alimentare e quindi a un prodotto di qualità minore dal punto di vista ambientale e sociale anche le grandi catene hanno le loro responsabilità.
Si possono avere delle responsabilità, ma anche in questo caso si vede un cambiamento di impostazione. Molte catene ormai insistono proprio sulla sostenibilità dei loro prodotti che vengono apprezzati dai consumatori, sia perché magari hanno delle filiere corte, sia perché producono e fanno riscoprire la differenza delle varietà e la stagionalità. C’è una maggiore sensibilità da parte dei giovani su questi aspetti, gli anziani sono un po’ più abitudinari.
Non dobbiamo poi dimenticare il problema per dell’imballaggio: noi consumiamo tanti prodotti per i quali si potrebbe ridurre drasticamente l’imballaggio e questo vorrebbe dire ridurre il consumo di e il di carta.
Si può fare tantissimo, abbiamo bisogno di promuovere le buone pratiche e stimolare tutto il sistema produttivo italiano ad andare verso un’economia più circolare e dunque più sostenibile.

 

Il movimento dei Fridays For Future nasce nella scuola. I ragazzi in questo stanno anticipando l’istituzione stessa e forse chiedono più educazione alla sostenibilità. Il sistema scolastico italiano cosa sta facendo e che cosa potrebbe fare?
Direi che quello che vediamo in termini di sensibilità è proprio il frutto di anni e anni di orientamento ai temi ambientali che già si fa nelle scuole.
Nelle scuole abbiamo però bisogno di comunicare anche la complessità, proprio perché non stiamo parlando solo di questioni ambientali, ed è per questo che come ASviS siamo molto lieti che il governo e il parlamento abbiano accettato la proposta poi diventata legge di inserire nel nuovo insegnamento dell’educazione civica anche l’agenda 2030. L’attuazione è rinviata all’anno prossimo, ma ormai la legge è stata approvata.
Come ASviS ci impegniamo molto nelle scuole. Il nostro corso e-learning va a tutti i docenti e alla fine di questo mese metteremo a disposizione come strumento didattico anche il nuovo libro che ho scritto con Donato Speroni: si chiama “Un mondo sostenibile in 100 foto” e illustra tanti casi nel mondo, sia brutti che belli, che aiutano a capire come un mondo sostenibile sia possibile. Speriamo che questo aiuti a discutere di più di questi temi e soprattutto a vedere in un’ottica integrata il tanto che già viene fatto nelle nostre scuole.

 

La prima mobilitazione nazionale dei Saturdays For Future sarà il prossimo 28 settembre. Che tipo di iniziative troveranno i cittadini nelle piazze italiane?
Le stiamo raccogliendo. Il sito saturdaysforfuture.it mostrerà che cosa è in preparazione da tutta Italia e poi si aggiungeranno le iniziative che verranno decise nei prossimi giorni dalle grandi catene. È solo l’inizio, il periodo natalizio sarà un altro momento propizio per cercare di accelerare questi percorsi, ma  abbiamo una lunga strada da fare insieme ai ragazzi, insieme ai loro genitori, insieme a tutti.

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