Ecosistema racconta la campagna dell’Unep contro l’aumento della produzione e l’inquinamento da plastiche. I progressi europei e italiani sul riciclo. Il podcast di Andrea Campelli (Corepla) intervistato su Radio Vaticana.
L’UNEP, il Programma per l’Ambiente dell’ONU, ha dedicato Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno al problema della plastica poiché, come si legge nell’annuncio ufficiale: “L’inquinamento da plastica è arrivato non soltanto in ogni angolo del pianeta, ma anche nei nostri corpi attraverso le microplastiche.”
Ne abbiamo parlato nella puntata del 5 giugno di “Ecosistema”, la rubrica radiofonica di Earth Day Italia, trasmessa da Radio Vaticana, ospitando Andrea Campelli, direttore delle relazioni esterne e della comunicazione di COREPLA – Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica. Di seguito il podcast della trasmissione.
Si stima che la dispersione nell’ambiente di rifiuti macroplastici, a livello mondiale sia pari a 52 milioni di tonnellate all’anno: messi in fila farebbero il giro del mondo 1500 volte. Il 57% di questi rifiuti non gestiti finiscono bruciati all’aperto senza criteri ambientali; il restante 43% rimane abbandonato nell’ambiente. Questa situazione dipende anche dal fatto che 1,2 miliardi di persone (il 15% della popolazione mondiale) non ha accesso a servizi di raccolta dei rifiuti. I paesi critici per l’inquinamento da plastica sono (per quantità): India, Nigeria, Indonesia e Cina (che un tempo era in testa).
Si potrebbe pensare che le campagne di sensibilizzazione abbiano avviato, non non una riduzione, almeno un contenimento del problema. Al contrario (avverte l’OCSE) La produzione mondiale di plastica è raddoppiata dal 2000 al 2019; e al ritmo attuale, nel 2040 aumenterà ancora del 70%. La plastica riciclata utilizzata per nuovi prodotti è attualmente soltanto il 6%, e rimarrà tale al 2040. Aumenteranno invece del 47% i rifiuti non gestiti di cui si accennava prima, e del 50% la penetrazione delle plastiche nell’ambiente. Allungando lo sguardo di altri vent’anni, l’OCSE prevede che nel 2060 l’uso di plastica triplicherà, per rispondere alla domanda di una popolazione mondiale in continua crescita: più in dettaglio, l’uso di prodotti plastici raddoppierà nei paesi sviluppati e crescerà molto di più in quelli in via di sviluppo. Di conseguenza è previsto che triplicheranno anche i rifiuti di plastica, come saranno tripli rispetto ad oggi i depositi di plastiche negli ambienti acquatici. Purtroppo nel 2060 la plastica “prima” (ovvero non riciclata ma prodotta direttamente da fonti fossili) dominerà ancora la produzione, con il riciclo a coprire solo il 12% del totale.
In Europa la situazione è migliore per raccolta e riciclo, ma non si può dire eccellente. Secondo Plastic Europe (associazione di produttori europei) il 90% della plastica viene ancora prodotta da fonti fossili; il 9% proviene dal riciclo; la bioplastica, prodotta da biomasse principalmente vegetali, non supera l’1%. Nel settore sono occupati 1,5 milioni di lavoratori ed operano 51 mila imprese; il fatturato è di 365 miliardi, e il saldo commerciale ammonta a 12,7 mld.
L’Unione Europea produce 54 milioni di tonnellate: il 12% del totale globale. La Cina rappresenta il 33% della produzione; il nord America il 17%; il resto dell’Asia il 20%. Di tutta la plastica riciclata nel mondo, il 20% viene raccolta in Europa, il 25% in Cina. La produzione di bioplastica europea raggiunge il 25% del totale globale, in una classifica guidata dalla Cina con il 34%. Tra i singoli paesi dell’Unione spicca la Germania: prima per tasso di riciclo (22%) seguita dall’Italia (15%), per produzione di bioplastica (47%) con l’Italia a seguire (34%), ma anche per utilizzo di materia prima fossile (20%) con l’Italia sesta in UE (4,4%).
Secondo i dati emersi dall’assemblea nazionale di COREPLA lo scorso maggio, in Italia nel 2024 sono stati raccolte 1,5 milioni di tonnellate di imballaggi; equivalenti a 26 chilogrammi per abitante; con un incremento del 4% sull’anno precedente. Dal 2000 la raccolta di imballaggi è aumentata del 361%, arrivando quest’anno al 62% del totale e superando di molto l’obiettivo europeo del 50%. Le regioni più virtuose sono la Sardegna il Veneto e la Liguria, con oltre 30kg di raccolta pro capite; mentre la Basilicata si è segnalata per il maggior balzo in avanti: +40%.
Secondo il rapporto di Corepla (che consorzia 2500 imprese del settore in 7400 comuni) grazie al riciclo si risparmiano ogni anno 524 mila tonnellate di materia prima “vergine”, con un risparmio energetico di 11GWh e ambientale di 885 mila tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera. Il sistema è costituito da 33 centri di selezione, 75 impianti di riciclo, circa 100 tra preparatori e utilizzatori di combustibile da rifiuto. La plastica raccolta ma non riciclabile finisce per l’87% a fare da combustibile nei cementifici; per il 13% a generare energia nei termovalorizzatori; e per lo 0,06% in discarica.