A COP30 l’annuncio di 62 istituzioni religiose che hanno deciso di disinvestire dalle fonti fossili.
Sessantadue istituzioni religiose hanno scelto la concomitanza della Conferenza delle Parti sul Cambiamento Climatico (COP30) in corso a Belèm per annunciare il loro comune intento di disinvestire dalle fonti fossili.
Si tratta di comunità, , congregazioni, banche, fondi, diocesi e altre associazioni a sfondo religioso, che si sono unite oggi ad altre centinai di realtà simili nella decisione di deviare i propri investimenti da aziende e imprese legate all’estrazione, alla lavorazione e alla distribuzione dei combustibili più inquinanti.
La motivazione è ambientale e sociale, in assonanza con lo spirito dell’ecologia integrale, promossa da Papa Francesco con l’enciclica Laudato Si’. Ed è appunto il Movimento Laudato Si’, nato per dare attuazione ai principi di quel documento fondamentale per il pensiero ecologico cattolico (e non solo), che dà notizia di questo nuovo elenco di soggetti che hanno preso una posizione decisa e concreta, nell’ottica di un futuro più sostenibile. Tra questi figurano; le diocesi e arcidiocesi di Siena, Lucca, Cremona, Montepulciano; l’Arcidiocesi di Gatinau in Canada; una serie di ordini religiosi francesi, tedeschi, belgi, austriaci, svizzeri, statunitensi e del Regno Unito; investitori privati e banche cattoliche e protestanti (il Movimento e la sua campagna di disinvestimento sono aperti a tutte le confessioni) in Germania. Qui l’elenco completo.
Considerando che, a livello globale, gli istituti religiosi si stima gestiscano 3000 miliardi di dollari, l’impegno di questi enti assume particolare importanza; anche perché, oltre a chiudere il rubinetto dei loro investimenti, fanno pressione su banche, istituzioni finanziarie e politiche a fare altrettanto, allo scopo di far mancare progressivamente il supporto alle attività che lucrano sui combustibili fossili, e deviarlo a chi promuove le energie rinnovabili e pulite. Tra questi “lobbisti” della sostenibilità ci sono oltre 600 realtà che hanno aderito alla proposta di un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili.
