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Economia Ecosistema

RAEE: riciclare conviene e non è difficile come sembra

Dai caricabatteria ai pannelli solari; dalle batterie delle auto elettriche ai frigoriferi. Ecosistema si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici: un’incognita per molti cittadini ma una grande risorsa per l’economia e l’ambiente. Giorgio Arienti, direttore generale del consorzio Erion WEEE, ci racconta pregi, difetti e criticità della filiera dei Raee.

Un concetto poco noto: la raccolta differenziata dei RAEEE – Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche è obbligatoria per i cittadini, al pari di altri materiali come il vetro, l’umido e la carta. Le modalità però sono meno intuitive.

Giorgio Arienti, DG di Erion WEEE

Una recente indagine Ipsos-Doxa per il Centro di Coordinamento Raee, evidenzia che ogni italiano acquista in media cinque di queste apparecchiature all’anno: dai cellulari ai frigoriferi, dai caricabatterie agli aspirapolvere, e così via. Sei volte su 10 questi acquisti sono fatti per sostituire un prodotto simile più vecchio, che quindi deve essere correttamente smaltito, anche perché questi prodotti sono ricchi di metalli, anche rari, che possono essere recuperati e riutilizzati. In molti casi il venditore ha l’obbligo di ritirare gratuitamente il rifiuto dal compratore e avviarlo al riciclo: si parla in questo caso di “uno contro uno”.

In alcuni casi l’obbligo del rivenditore vale anche se il cliente non compra nulla in cambio: si chiama “uno contro zero”, e quasi la metà delle persone non ha mai sentito parlare di questa possibilità. I piccoli rifiuti elettrici ed elettronici sono al quarto posto tra i materiali erroneamente gettati nell’indifferenziata: dopo gli stracci, le scarpe e le borse. Un altro studio di Ipsos-Doxa, commissionato da Erion, evidenzia che il 70% di chi commette questo errore lo fa in buona fede: perché non ha percepito la corretta informazione. Tra i rifiuti più spesso gettati erroneamente nell’indifferenziata ci sono gli spazzolini elettrici e i caricabatteria. Di questi piccoli Raee, in media, ogni italiano ne getta 1,3kg correttamente, e quasi 2kg dove non dovrebbe. Dove si possono portare piccoli e grandi rifiuti elettrici ed elettronici? Quali sono i pregi e i difetti del modello di raccolta dei Raee? Quanto è complessa la filiera di recupero delle materie prime? Lo smaltimento dei pannelli solari diventerà un problema nei prossimi anni? Che succede alle batterie esauste delle auto elettriche? Questa settimana ne abbiamo parlato in “Ecosistema”, la rubrica radiofonica settimanale di Earth Day Italia trasmessa da Radio Vaticana Italia, con Giorgio Arienti, direttore generale di Erion WEEE: consorzio di oltre 1.600 aziende che si occupano di raccolta e trattamento dei RAEE. Di seguito il podcast della trasmissione.

L’importanza dei rifiuti elettrici ed elettronici sta nelle Materie Prime Critiche che contengono: rame, litio, metalli preziosi, ecc. “Critiche” perché fondamentali per far funzionare apparecchiature ormai irrinunciabili nella quotidianità come telefoni, pc, server, display… fino ai circuiti e ai cavi. Critiche anche perché necessarie alle reti di servizi, di governo, di difesa; critiche anche perché le miniere da cui vengono estratte la prima volta non sono distribuite equamente sul pianeta; e quindi i moltissimi paesi che le importano (o importano i prodotti che le contengono) dipendono dai pochi paesi che le estraggono. “Estrarle” dai rifiuti non solo allevia quella dipendenza, ma anche l’impatto delle miniere sull’ambiente.

L’Europa (UE più UK, Norvegia e Svizzera) ad esempio dipende dall’estero per il 90% delle materie prime critiche, e ne ricicla soltanto l’1%. Eppure ogni anno i Raee europei contengono un milione di tonnellate di materie prime critiche recuperabili. In futuro sia i Raee che i potenziali recuperi di materie prime sono destinati ad aumentare, perché la tecnologia avanza e aumentano i dispositivi immessi sul mercato. Nel 2050 si stima che i rifiuti passeranno da 10 milioni a 12-20 milioni di tonnellate; di conseguenza i materiali recuperabili potrebbero variare da 1,2 a quasi 2 milioni di tonnellate, a seconda delle politiche più o meno efficaci di raccolta e riciclo.

Un altro settore critico è quello dei pannelli fotovoltaici. Al momento lo smaltimento di quelli installati senza incentivi è a carico dei produttori. In Italia ci sono circa 300 milioni di pannelli installati, circa 48 milioni non incentivati, e si stima che altri 50 milioni circa saranno installati nei prossimi tre anni. Erion e altri addetti ai lavori hanno lanciato l’allarme su come verranno smaltiti questi impianti quando arriveranno a fine vita, visto che un trattamento corretto implica dei costi notevoli, e il numero di impianti cresce di anno in anno: nel 2025 sono stati smaltiti 427 mila pannelli; nel 2050 ci si aspetta di smaltirne 12 milioni.

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