Un filo per Gaza
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Ecologia integrale Economia

Recuperare materia per recuperare umanità

Da Roma al Medio Oriente passando per Torino: ecco il progetto “Un filo per Gaza”

Con questo obiettivo chiaro davanti a sé, recuperare materia per recuperare umanità, lo scorso ottobre è partito Carbon Carpet® , l’ambizioso progetto di Circular Art, Fashion e Design sostenibili e a ridotto impatto di carbonio che, nel suo debutto all’ultima edizione del Festival del riciclo artistico di Roma, RiscArti 2025, ha annunciato, attraverso la foto dell’opera d’arte di Alessandro d’Ercole, “Labirinto di polveri …Gaza”, l’avvio di una preziosa collaborazione con l’organizzazione di volontariato Border Souls, nata a Torino, attraverso un progetto di sartoria sociale dal titolo “Un filo per Gaza”.
Border Souls è da mesi impegnata con il suo vicepresidente responsabile a Gaza, Sami Abu Omar, nella consegna di acqua potabile e cibo nella Striscia, grazie al progetto “Non solo pane”. Questa ulteriore progettualità sartoriale di recupero sarà seguita sia dalla Presidente, la fotoreporter Antonietta Chiodo da sempre operativa per i diritti umani in zone di conflitto, sia, direttamente sul territorio, dalla stilista palestinese Soad Kalub.

Un Filo Per Gaza non è solo un progetto – afferma Antonietta Chiodosi tratta di una sfida e di una rivalsa allo stesso tempo. Noi siamo un’associazione che opera a pieno in Palestina, e non solo. Crediamo profondamente nel nostro impegno che portiamo avanti anche nelle scuole italiane, dove, con il progetto “Una voce per la pace”, coinvolgiamo gli studenti con racconti reali, costruendo quotidianamente quel processo di pace che sappiamo si realizzerà tra molto tempo, ma che dovrà necessariamente basarsi sulla conoscenza, la creatività e soprattutto sul confronto. Questo, infatti, non è solo un progetto sartoriale, ma la possibilità di intrecciare la cultura occidentale e araba attraverso l’artigianato sostenibile, grazie alle mani di una sarta straordinaria e della popolazione intorno a lei. Questo progetto non intreccia solo fili, ma esistenze”.

Soad Kalub



“Un filo per Gaza” è un progetto artistico e sociale nato per mettere in connessione creatività, resilienza e autonomia nel cuore della Striscia di Gaza. Al centro del progetto, infatti, c’è Soad Kalub, sarta e donna coraggiosa, che ha trasformato le ferite del conflitto in fili di speranza, cucendo abiti a partire da materiali di recupero.
In un contesto segnato dalla precarietà e dalla mancanza di opportunità, il progetto si propone di coinvolgere donne palestinesi, offrendo loro strumenti, formazione e supporto per sviluppare micro-attività artigianali e artistiche nel campo della moda tradizionale e sostenibile, mediante laboratori di cucito coordinati da Soad, che possano incoraggiare la loro indipendenza economica e, al contempo, sensibilizzare la comunità artistica occidentale, promuovendo un dialogo interculturale.
Prossimo traguardo anche la produzione di una collezione originale, in vista dell’evento-mostra di primavera 2026 a Roma, sempre in partnership con Carbon Carpet, per dare visibilità al talento stilistico palestinese, raccontando una nuova narrativa fatta di arte e non solo di conflitto.
Senza, però, tralasciare altri importanti obiettivi da sviluppare, come l’attivazione di workshop e talk in scuole d’arte europee e mediorientali, per condividere esperienze e processi creativi, nonché il coinvolgimento di realtà territoriali con cui creare scambi e collaborazioni attraverso l’artigianato tessile, che stimolino la riflessione su sostenibilità, giustizia e creatività.

Carbon Carpet
Carbon Carpet® é nato da un’idea della giornalista ambientale Rita Salimbeni, insieme a Vittoria Santilli, esperta di servizi ecosistemici sul territorio e a Massenzio Arte, curatore artistico di opere d’arte, design e accessori, realizzati con materiali innovativi e da produzioni rigenerate. Con “Un filo per Gaza”, oltre all’arte e al design circolare, si è aperto alla moda sostenibile e sociale. Oltre ad essere un marchio europeo registrato, infatti, vuole comunicare ed educare nuove e vecchie generazioni ad un uso e consumo giusto e consapevole delle risorse, materiali ed immateriali, non solo da un punto di vista ambientale ma anche e soprattutto sociale, restituendo valore a opere, idee, oggetti e persone che ci lavorano e che continuano ad esistere e resistere nel tempo.

 

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