Ragazze in gamba
Ragazze in gamba
Ecosistema Interviste Società

Camminare, raccontare, fiorire: Ilaria e le ragazze in gamba.

Donne e cammini. Ilaria Canali racconta i suoi progetti che uniscono l’esplorazione della natura e dei contesti urbani, con la ricerca in se stessi. Uno sguardo al femminile sul mondo dell’escursionismo che ha messo in movimento migliaia di “ragazze in gamba”.

Ilaria Canali è la fondatrice della Rete Nazionale Donne in Cammino, che si propone di promuovere la “fioritura” delle donne attraverso il camminare. La comunità di queste protagoniste in movimento cresce tanto sui sentieri escursionistici, quanto sulle strade dei social network: Ragazze in gamba, il gruppo Facebook che tiene le fila della community nazionale, annovera ad oggi poco meno di 130 mila membri.

L’abbiamo incontrata per un’intervista, trasmessa il 22 giugno in una puntata dedicata a cammini e pellegrinaggi della rubrica radiofonica “Ecosistema” . Di seguito la versione integrale dell’intervista.

Ilaria, che cosa si trova camminando che non si riesce a trovare viaggiando con altri mezzi di trasporto?

Si ha la possibilità, non garantita, di trovare un pochino noi stesse. Quindi è un viaggio, e un cammino, dentro di noi. Questa nota intimista è il motivo del successo del camminare, soprattutto per le donne: per il mondo che in qualche modo coordino con la community delle “Ragazze in gamba”. Infatti, quando vengono raccontati i cammini ci si sofferma quasi sempre, non tanto sui chilometri percorsi, la vetta raggiunta, ma proprio sulle emozioni e i sentimenti provati, i limiti superati. Tutto questo insieme fa sì che le persone, le donne ma anche gli uomini (perché nel gruppo ci sono anche uomini), si sentano riconciliati con il loro passo nella vita.

Uomini e donne camminano in modo diverso? Hanno diversi approcci, diverse visioni, fisicità o esigenze?

Ragazze in gamba
Ragazze in gamba

Innanzitutto non bisogna tagliare l’umanità con l’accetta, quindi non è possibile rispondere in maniera netta a una domanda del genere. Anche perché sappiamo bene che c’è un lato femminile negli uomini, così come c’è il lato maschile nelle donne. Grazie a Dio c’è una grande armonia. Sicuramente però ci sono delle differenze. Ad esempio, per gli uomini, nel cercare la performance: dimostrare a se stessi di fare dei record. Usare le app per conteggiare i chilometri è una cosa che fanno molto più gli uomini delle donne. Poi è divertente sottolineare che noi donne chiacchieriamo tantissimo quando camminiamo: è una ricerca di dialogo, di condivisione dialogica molto forte; sicuramente più forte rispetto ai gruppi maschili.

Parlando di condivisione, quali altre realtà riunisce la Rete Nazionale Donne in Cammino?

La rete promuove tutti i progetti che condividono dei valori per noi chiave. In questi giorni stiamo sostenendo e promuovendo un progetto di inclusione per persone in condizioni di disabilità: “Klick’s on Ways” promosso da Free Wheels di Pietro Scidurlo, che ogni anno percorre una regione italiana con l’uso “scarpe da trekking speciali”. Sono delle carrozzine con una propulsione anteriore che facilita queste persone a percorrere grandi distanze. In questi giorni ci sono dieci camminatori speciali che stanno percorrendo il Veneto, mentre lo scorso anno erano in Emilia Romagna. Questo è solo un esempio. Quando ci sono progetti che parlano di valori chiave nella nostra società, come la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale, è spontaneo sostenerli e abbracciarli.

Da qualche anno hai lanciato anche un programma di escursioni urbane chiamato “Periferia delle meraviglie”: due termini che difficilmente vanno a braccetto. Di quali meraviglie andate in cerca?

Ilaria Canali
Ilaria Canali

La “Periferia delle meraviglie” è stata la miccia che ha acceso il mio coraggio. Nel 2018 ho immaginato di dare vita a un cammino urbano che ha collegato, e collega ancora, i  quartieri del Trullo e di Corviale, a Roma; ho scoperto in questi due quartieri qualcosa che non viene abbastanza sottolineato, e che io ho chiamato meraviglia. Una meraviglia sotto vari punti di vista, ad esempio naturalistica: al Trullo c’è la terrazza naturale di Montecucco, con un affaccio che considero il più bello di Roma, quindi veramente da andare a visitare e suggerire ai turisti. Sotto questa collina c’è il quartiere del Trullo, pieno di murales e di poesia: ci sono le poesie sulle saracinesche, scritte da Gio Evan prima ancora che fosse famoso. A Corviale c’è una realtà importantissima con cui ho collaborato: si chiama Calcio Sociale – Campo dei Miracoli, con Massimo Vallati che propone un altro modo di fare calcio, sempre inclusivo. Quindi la meraviglia non è solo nell’esteriorità di una città, ma anche nelle persone che la animano. Massimo Vallati; Mario D’Amico, pioniere dei Pittori Anonimi del Trullo; street artist come Moby… ci sono persone straordinarie e meravigliose. Vedere come una periferia di Roma sia in grado di proporre la meraviglia mi ha dato la forza di concepire il progetto della Rete Nazionale Donne in Cammino, partendo dal presupposto che le donne sono la “periferia delle meraviglie della società”.

Concluderei con due parole: camminare e fiorire.

Quando ho dato vita al progetto della rete, ho pensato che la sua mission sarebbe stata la promozione dell’empowerment femminile attraverso il camminare. Andando avanti nella riflessione, attingendo anche alla filosofia, ho sostituito la parola empowerment con “fioritura”. La fioritura personale. Il fiorire di cui parlo è quella ricerca che ognuno di noi può fare, e deve fare, della propria vocazione e del proprio talento; che non ha nulla a che vedere con i riconoscimenti pubblici, che possono può essere dati o non dati, ma con lo sguardo di noi stesse e nel nostro appagamento, rispetto a quello che ci sentiamo di dover essere: con una virtus filosofica di ricerca di un’armonia interiore. Camminare, raccontare e fiorire sono i tre passi delle ragazze in gamba; e sono correlati, perché camminando si può crescere in consapevolezza. Raccontare è un altro modo di camminare. Raccontare la propria storia è terapeutico, e fa molto molto bene. L’esito finale di questi due passi è il terzo: la fioritura.

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