Pianeta

Giornata Mondiale dell’Ambiente: “Un cocktail tossico trasforma terre sane in deserti”

“Abbiamo bisogno di azioni urgenti e decise contro desertificazione e siccità”

“L’umanità dipende dalla terra. Eppure, in tutto il mondo, un cocktail tossico di inquinamento, caos climatico e decimazione della biodiversità sta trasformando terre sane in deserti e fiorenti ecosistemi in zone morte. Stanno annientando foreste e praterie e indebolendo la forza del territorio per sostenere gli ecosistemi, l’agricoltura e le comunità.”

Con queste parole il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, commenta il tema della 52esima Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite, con l’obiettivo di coinvolgere e responsabilizzare le persone verso azioni a favore dell’ambiente.  In quell’anno infatti si riunì a Stoccolma la prima Conferenza sull’ambiente umano, con l’obiettivo principale di avvicinare gli stati (ne parteciparono 112) verso una crescente cooperazione sui temi della tutela ambientale e di un futuro sostenibile. Ne scaturirono 26 principi cardine, non solo sul tema della custodia ambientale, ma anche per la salvaguardia dell’umanità stessa, del suo benessere e delle generazioni future. Un documento insomma tra i più importanti della Storia.

L’uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all’eguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell’ambiente davanti alle generazioni future.” (Art. 1 Dichiarazione di Stoccolma, 1972)

In tutto il mondo durante questa giornata vengono organizzate manifestazioni, eventi e iniziative che mirano ad informare ed educare i cittadini verso comportamenti ecologicamente responsabili, con il contributo dei governi nazionali, delle organizzazioni non governative, delle associazioni ambientaliste e dei contesti scolastici, per educare fin da subito i giovani ai comportamenti sostenibili.

La capacità della Terra di produrre risorse naturali rinnovabili deve essere mantenuta e, ove ciò sia possibile, ripristinata e migliorata.” (Art. 3 Dichiarazione di Stoccolma, 1972)

Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Ambiente è dedicata ai temi del ripristino del territorio, della desertificazione e della resilienza alla siccità. Lo slogan è “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration”. L’attuale generazione di giovani sarà infatti, probabilmente, l’ultima a poter invertire i trend negativi del cambiamento climatico e curare le ferite di cui il nostro pianeta soffre.

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla Desertificazione (UNCCD), oltre un terzo del territorio emerso è in stato di desertificazione, con conseguente peggioramento delle condizioni di vita di metà della popolazione globale. Ma che cosa si intende per desertificazione? E’ fondamentale specificare che questo non è un processo naturale accelerato dall’Uomo, ma un fenomeno generato dalle azioni umane.

La desertificazione consiste nel progressivo degrado delle terre emerse, dovuto appunto all’azione umana e al cambiamento climatico, le quali perdono le potenzialità biologiche e produttive, quindi anche economiche. Il fenomeno è presente in tutti i continenti, ognuno con le proprie caratteristiche. Al momento, secondo i dati delle Nazioni Unite, ne soffrono 110 paesi.

Il progredire della desertificazione ha effetti ancora più pesanti nelle aree del pianeta caratterizzate da un clima arido: l’aridità è una naturale condizione climatica che, con intensità variabile, interessa il 47% del pianeta. In queste zone L’aggiunta del problema desertificazione rende la situazione sempre più drammatica. Un esempio è l’Africa, con il 73% delle terre aride coltivate, colpite anche dalla desertificazione: ciò genera una forte povertà economica e conseguenti instabilità politiche e sociali. Comunque il problema è presente anche in Australia, Stati Uniti, Russia e in molti paesi del Sud America, senza tralasciare gli stati affacciati sul Mediterraneo, compresa l’Italia.

La desertificazione genera ogni anno la perdita di 12 milioni di ettari di terreno coltivabile (l’estensione della Bulgaria), che equivale alla perdita annua di circa 20 milioni di tonnellate di grano. Una delle conseguenze è la carenza d’acqua: oggi un terzo della popolazione mondiale fa i conti con un alto stress idrico, e secondo una stima delle Nazioni Unite già dal 2025 quasi 2 miliardi di persone potrebbe ritrovarsi in scarsità assoluta d’acqua.

Siccità e mancanza d’acqua inoltre potrebbero peggiorare un fenomeno drammatico del nostro presente, l’immigrazione: entro il 2050 oltre 200 milioni di persone potrebbero emigrare dai loro luoghi di nascita per trasferirsi altrove per questo motivo.

Il numero e la durata dei periodi di siccità sono cresciuti del 29% in 24 anni. Questi dati giustificano l’urgenza, da una parte dell’informazione ai cittadini, dall’altra di un’azione degli stati per comportamenti rispettosi dell’ambiente: occorre cambiare urgentemente rotta attraverso risoluzioni e accordi, ma soprattutto impegnarsi a rispettare quelli già firmati a livello internazionale.

Venendo all’Italia è l’ISPRA a fornirci i dati: la disponibilità idrica rispetto al 2023 è scesa del 18%, e finora il 2024 è stato un anno di grave sofferenza per il suolo italiano, con il 28% a rischio desertificazione, soprattutto nelle regioni meridionali, la Sicilia su tutte. Inoltre il primo quadrimestre del 2024 è stato il più caldo di sempre, con un aumento delle temperature di 1,84 gradi. Questo record ha effetti sia sui luoghi già a rischio desertificazione, sia sulle regioni di montagna: secondo uno studio dall’Università di Losanna pubblicato a gennaio dalla rivista Geophysical Research Letters, i ghiacciai delle Alpi sono destinati a dimezzarsi entro il 2050, con una perdita del 46% del loro volume.

“Le risorse naturali della Terra, ivi incluse l’aria, l’acqua, la flora, la fauna e particolarmente il sistema ecologico naturale, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future, mediante una programmazione accurata o una appropriata amministrazione.” (Art. 2 Dichiarazione di Stoccolma, 1972)

Partecipare alla Giornata Mondiale dell’Ambiente significa impegnarsi personalmente per un cambiamento positivo. Ogni gesto, piccolo o grande che sia, può avere un impatto significativo sulle persone. È un richiamo all’azione per tutti noi: individui, comunità e nazioni, per proteggere e preservare il nostro pianeta per le generazioni future.

 

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