Un milione e 200 mila cittadini europei hanno aderito alla campagna #Together4Forests per salvare le foreste e le popolazioni locali dallo sfruttamento incontrollato del territorio in nome del mercato e della produzione
Recentemente la coalizione promotrice della campagna #Together4Forests ha presentato all’Unione Europea una raccolta di 1.193 mila firme contro la deforestazione, per spronare i governi continentali a passi concreti per disincentivare prodotti, economie e mercati che abbiano come diretta conseguenza la diminuzione del patrimonio forestale mondiale.
L’Europa, le sue aziende, i suoi consumi e, in ultima analisi, i suoi cittadini tramite i loro comportamenti da consumatori, è infatti responsabile di gran parte del problema. Il documento della campagna, promossa da 160 organizzazioni internazionali coordinate da WWF, Greenpeace, ClientEarth, Conservation International e Environmental Investigation Agency, denuncia infatti che il nostro continente, insieme alla Cina, è il mercato di destinazione di oltre la metà della soia del Brasile; una coltivazione particolarmente legata alle pratiche di deforestazione della foresta amazzonica. Addirittura, sarebbe legato ad attività illegali un quinto della soia che arriva in Europa dalle cosiddette “frontiere della deforestazione”: le coltivazioni perimetrali alle aree naturali che fagocitano inesorabilmente la vegetazione dell’Amazzonia e del Cerrado (un ecosistema di prateria in Brasile).
Altri settori economici notoriamente responsabili della perdita di foreste sono l’allevamento bovino, finalizzato alla produzione di carne e di pellame, le coltivazioni di caffè, gomma, cacao, olio di palma e foraggio per l’alimentazione animale. Tutti settori che stanno a monte della filiera di prodotti di consumo che il mercato europeo richiede in gran quantità. Tra i sostenitori italiani della campagna figurano Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, ISDE-Medici per l’Ambiente, WWF Italia, Greenpeace e Istituto Oikos. In un comunicato congiunto queste associazioni hanno sottolineato i settori merceologici che nel nostro paese più contribuiscono alla diminuzione delle foreste: i prodotti alimentari, i pellami e i legnami.
Il notevole numero di firme raccolte, che fa di questa la consultazione pubblica su una questione ambientale più partecipata della storia dell’Unione Europea, è stato consegnato alla Commissione Europea. L’organismo di governo dell’UE sembra aver recepito il messaggio. Il vicepresidente esecutivo dell’European Green Deal, Frans Timmermans, ha dichiarato: “Tutti noi europei dovremo aprire gli occhi sul fatto che il nostro consumo può portare alla distruzione delle foreste in altre parti del mondo”, mentre il Commissario per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius ha assicurato che: “La lotta alla deforestazione è un’emergenza, e noi siamo determinati ad agire”.
Il prossimo futuro rivelerà se queste sono frasi di circostanza: lo scopo principale della campagna è infatti il varo di un regolamento condiviso dagli stati membri che garantisca ai consumatori europei la sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti importati dall’UE. In sostanza i sottoscrittori di #Together4Forests hanno chiesto uno strumento normativo per certificare che le merci che arriveranno in Europa nel prossimo futuro non siano prodotte a danno di ecosistemi fragili o di popolazioni locali sfruttate o a cui vengano negati i diritti umani. Inoltre è stato chiesto che, per legge, anche il settore finanziario europeo tenga conto, nei suoi investimenti, dell’impatto che le produzioni di tali merci hanno sull’ambiente e sulle comunità.