Foresta bulgara - Foto BulgarianF da Pixabay
Pianeta

L’Europa ha (almeno) 5 milioni di ettari di foreste incontaminate

Un rapporto dell’UE mappa le foreste originarie e indisturbate dall’uomo. Estese quanto Piemonte e Lombardia, sono l’1% del continente e il 3% delle foreste europee. Ma ce ne sono quasi altrettante non censite.

Quante foreste incontaminate sono rimaste in Europa? In un documento pubblicato in occasione della recente Giornata Mondiale della Terra, il Joint Research Centre, organismo scientifico della Commissione Europea, ha risposto in parte a questa domanda. Secondo il rapporto Mappatura e valutazione delle foreste primarie e antiche in Europa coprono un’estensione di 4,9 milioni di ettari: per avere un’idea delle dimensioni, si tratta di una superficie grande quanto la Slovacchia, o il Piemonte e la Lombardia insieme.

È bene sottolineare che si tratta di foreste “incontaminate” o impattate dalle attività umane in maniera non significativa. Non è dunque un conto di tutte le aree forestali del continente, ma solo di quelle in cui la natura è rimasta libera di svilupparsi, crescere ed evolvere senza l’intervento dell’uomo, fin dai tempi antichi, o almeno dal tempo sufficiente a ripristinare un ciclo pienamente naturale. Questo vuol dire che questi 5 milioni di ettari ospitano specie animali e vegetali originarie, e che la presenza di queste specie, la loro interazione e il ricambio generazionale avvengono secondo natura.

Sembrerebbe una buona notizia per il capitale naturale europeo ma in realtà, come sottolineano i ricercatori firmatari del rapporto, queste aree incontaminate sono in gran parte molto frammentate e lontane le une dalle altre; e il 90% di esse si concentra in soli quattro stati: Svezia, Finlandia, Bulgaria e Romania. Inoltre 5 milioni di ettari rappresentano soltanto il 3% delle foreste e l’1,2% del territorio dell’Europa. Il rapporto, redatto in base alle mappature e agli studi provenienti da diversi stati, rileva anche che ci sono grandi margini di incertezza sulle dimensioni e sull’esistenza stessa di queste foreste “primarie”. Tanto è vero che si stimano altri 4,4 milioni di ettari di foreste primarie non ancora mappate: un compito che spetta alle istituzioni degli stati nazionali e che l’UE considera urgente nell’ambito della propria “Strategia per la Biodiversità”.

Le foreste incontaminate europee – ha commentato il Commissario europeo per l’Ambiente Virginijus Sinkevičiussono tesori naturali che da secoli forniscono benefici all’uomo e sono vitali per la nostra salute, per la biodiversità e per il clima. Hanno anche importante valore storico e identitario per le comunità locali. Ecco perché la mappatura e il monitoraggio delle rimanenti foreste primarie nell’UE è un importante contributo al passo successivo: la loro protezione rigorosa.

La conoscenza dettagliata di queste aree è basilare per la loro protezione. La buona notizia è che il 93% delle foreste mappate dal rapporto fa già parte di aree protette dal network “Natura 2000” (riserve, parchi, aree naturali), e l’87% gode di una tutela definita “rigorosa”. Ma c’è molto da migliorare: le foreste originarie “sconosciute” ammontano, secondo la stima, a un’area grande come i Paesi Bassi (o Toscana ed Emilia Romagna insieme); ed inoltre non c’è ancora un’unica disciplina continentale che regoli i gradi di tutela di questi territori. La mappatura è fondamentale anche in questo senso.

Lo scopo del rapporto è dunque “conoscere per proteggere”. Il JRC raccomanda esplicitamente di rafforzare le misure di conservazione e monitoraggio delle foreste europee; assicurare sufficienti connessioni tra esse; identificare le cosiddette “buffer zone”, ovvero quelle aree di confine tra le foreste primarie e i territori antropizzati che garantiscono alle prime di continuare a svilupparsi indisturbate; gestire in maniera appropriata queste aree; aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica europea sull’esistenza, l’importanza e la tutela di questi monumenti naturali. Gli estensori del rapporto raccomandano anche un lavoro di squadra tra autorità locali e regionali, organizzazioni ambientaliste, comunità di cittadini e proprietari terrieri (non tutte le foreste appartengono al demanio pubblico) per raggiungere l’obiettivo della tutela. La Commissione Europea, da parte sua, ha promesso di arrivare a definizioni comuni di “foreste primarie e antiche” e “forti tutele” per uniformare le normative e gli interventi degli stati membri, e non lasciar spazio ad ambiguità ed interpretazioni locali che sono sempre un pericolo per la conservazione delle aree naturali.

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