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Studenti in strada con Retake per “studiare” il degrado

La Scuola Svizzera di Roma ha dedicato una settimana del programma delle classi medie all’economia circolare: raccolta rifiuti con Retake, interviste a romani e turisti, restauro di arredi scolastici destinati alla discarica e approfondimenti sui temi dello spreco e del riciclo. Un esempio di applicazione di quel Patto Educativo Globale lanciato dal Papa e frenato nelle scuole dalla pandemia.

Nel settembre del 2019 Papa Francesco lanciò il Patto Educativo Globale. Prendendo ispirazione dalla Laudato Sì, l’enciclica ambientale del 2015, il Papa ha invitato tutti, citando le sue parole “a collaborare per custodire la nostra casa comune”, specificando però che “ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”. Il senso del Patto Educativo Globale è che i risultati auspicati dall’enciclica (un mondo più equo, solidale, rispettoso delle comunità, e dell’ambiente) si otterranno se cambieremo anche noi stessi: il modo in cui vediamo il prossimo, come concepiamo l’economia, la politica, il rapporto con gli altri e con l’ambiente che ci circonda. Come ha detto Francesco è necessario “un cammino educativo che coinvolga tutti”. Per chiarire questo concetto il Papa ha citato un famoso proverbio africano: “per educare un bambino serve un intero villaggio”. Quindi nel “villaggio educativo” che immagina Bergoglio tutti sono chiamati ad essere sia allievi sia maestri: scienziati, artisti, religiosi, imprenditori, sportivi, politici; ma soprattutto le famiglie, gli educatori e gli studenti, che sono i primi attori della formazione dell’individuo.

Il Patto Educativo Globale individua sette impegni: “mettere al centro la persona”, “promuovere la donna”, “responsabilizzare la famiglia”, “aprire all’accoglienza”, “rinnovare l’economia e la politica”, “custodire la casa comune”, ovvero il pianeta, l’ambiente, e “ascoltare le giovani generazioni”. Purtroppo il Patto, che in gran parte si rivolge alle istituzioni scolastiche, di ogni livello, è stato frenato sul nascere dalla pandemia, che ha tolto di forza i ragazzi dall’ambiente principalmente votato all’educazione: la scuola. Il Covid-19 ha causato una “catastrofe educativa”, come l’ha definita anche il Papa, a cui adesso è urgente porre rimedio. Con l’impegno per “Custodire la casa comune” il Patto intende: educazione al rispetto e alla cura Terra e a stili di vita più sobri e rispettosi dell’ambiente. Mentre quando parla di “Ascoltare le giovani generazioni”, chiede di rendere i bambini, i ragazzi e i giovani in generale, protagonisti del cambiamento: ascoltandoli e prendendo spunto dalle loro riflessioni. Il Papa ha chiesto di “ascoltare, trasmettere, e costruire insieme”; e agli educatori suggerisce di mettere gli allievi al centro dell’azione educativa.

Recentemente abbiamo seguito un progetto scolastico che corrisponde a questi valori e persegue questi scopi. Lo ha messo in atto la Scuola Svizzera di Roma, per i suoi alunni delle prime e delle seconde medie. Per una settimana gli studenti hanno collaborato con i professori di diverse materie per approfondire il tema “Il nostro ambiente”: i ragazzi sono usciti nel quartiere a raccogliere i rifiuti con i volontari di Retake Roma; hanno intervistato turisti e romani sulla loro percezione della situazione ambientale in città e sui loro comportamenti quotidiani; hanno recuperato arredi scolastici destinati alla discarica, restaurandoli e riportandoli nelle aule; e infine hanno preparato ricerche, cartelloni e resoconti che resteranno a testimonianza di queste esperienze. Il video pubblicato in questa pagina è un racconto dell’esperienza educativa e civica, dalla voce degli alunni delle classi prima e seconda media, e di due dei loro insegnanti: Raphael Vesperini (Francese) e Federico Rischia (Scienze). Questo progetto è un esempio di come si possano far crescere i ragazzi dal punto di vista della responsabilità, della consapevolezza, e della conoscenza; il tutto con pochi mezzi e senza costi particolarmente onerosi. Una soluzione che può servire da esempio anche a scuole con scarsi finanziamenti da destinare ai progetti educativi.

Ecosistema” la rubrica radiofonica di Earth Day Italia, ospitata nel programma “Il Mondo alla Radio” di Radio Vaticana Italia, ha trasmesso un’intervista a Raphael Vesperini, l’insegnante di francese, e a sei suoi studenti. Di seguito la versione integrale dell’intervista radiofonica.

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