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Economia Vivere green

Conviene passare all’auto elettrica? RSE fa i conti.

Le auto a emissioni zero (o quasi) hanno un costo totale prolungato nella vita media del veicolo ancora superiore ai modelli a carburante fossile, ma incentivi statali e sviluppo del mercato già oggi le possono rendere più convenienti.

I listini delle case automobilistiche si sono riempiti in questi ultimi anni di auto a trazione elettrica o ibrida: versioni a basse o a zero emissioni di modelli già presenti con motori a scoppio tradizionali.

Alcune case hanno messo in vendita modelli che prevedono la sola motorizzazione full electric o addirittura per alcuni modelli, come ad esempio la Smart, hanno cessato la produzione di versioni con motori a benzina o diesel.

La produzione di auto destinate al trasporto privato e individuale sta dunque effettuando quella transizione verso la sostenibilità da tutti auspicata, ma a che velocità? Il mercato delle auto elettriche o ibride non ha ancora il sopravvento sulle vendite rispetto alle motorizzazioni endotermiche, in nessun paese anche se alcuni mercati (USA, nord Europa) registrano percentuali di mercato maggiori che altri. Uno dei fattori  chiave è sicuramente la disponibilità di colonnine di ricarica sui territori, ma è innegabile che, a parità di modello e classe della vettura, il prezzo di vendita delle auto “ecologiche” incide ancora molto nelle scelte degli acquirenti. Per fare alcuni esempi la 500 elettrica di listino costa circa il 63% in più del modello base con motore ibrido; mentre la Mini elettrica viene commercializzata da BMW con un prezzo del 59% superiore rispetto al modello base a benzina.

Il prezzo di acquisto però non è l’unico costo di un’auto di proprietà: assicurazione, tasse e imposte varie, manutenzione ordinaria e straordinaria, rifornimento di “energia” (carburante o elettricità che sia), e non ultimo gli incentivi statali, sono tutte voci più onerose per un’auto tradizionale rispetto a quelle elettriche o ibride. Tutte queste voci vengono definite “Total Cost of Ownwrship (TCO) Negli anni dunque chi sceglie l’auto elettrica spende di meno per mantenere il possesso dell’auto. Ma quanto? Quando arriverà a recuperare la maggior spesa iniziale e iniziare a guadagnare sulle spese?

La risposta ovviamente dipende da diverse varianti: classe dell’auto e dunque costo iniziale, frequenza di utilizzo e chilometri percorsi, valore di mercato residuo dopo alcuni anni, durata del possesso, ecc.

Ricerca Sul Sistema Energetico (RSE), una società del Gestore dei Servizi Energetici, ha pubblicato uno studio che calcola diverse varianti di TCO per cercare di capire se già oggi l’auto elettrica sia conveniente per l’acquirente italiano medio. Lo studio ha analizzato i costi di 8 modelli di auto, scelti tra quelli del segmento A,B e C (citycar compatte, utilitarie e berline) che montano diversi tipo di motorizzazione: benzina, diesel, elettrica 100%, e tutte le varianti delle ibride. Per simulare i costi della vita dei veicoli, sono stati ipotizzati due casi: il mantenimento del possesso per 5 e per 10 anni. La prima opzione si adatta ad esempio alle flotte aziendali o dai consumatori che cambiano spesso l’auto per approfittare di formule di vendita particolari o recuperare denaro dal valore dell’usato; la seconda tipologia è quella tipica dell’auto di famiglia o del modello acquistato con finanziamenti lunghi, e termina con la rottamazione. Anche la percorrenza media annua è stata variata in base al tipo di auto, ipotizzandone un utilizzo diverso in città e fuori: da 8000 a 15000km annui a seconda dei casi. Per i veicoli “ricaricabili” sono state immaginate due situazioni: quella del proprietario che ricarica l’auto l’80% delle volte da un’utenza domestica (garage o box) e per il restante 20% da colonnine pubbliche; e quella di chi ricarica sempre dalla rete pubblica.

Le conclusioni dello studio mostrano che nel caso del possesso prolungato per 5 anni, chi acquista una citycar o un’utilitaria a benzina o “mild hybrid” (la motorizzazione più simile a quelle tradizionali, che affianca un motore elettrico di supporto a quello a scoppio) alla fine spenderà circa 5700 euro in meno di chi compra elettrico e ricarica a casa; e oltre 7000 euro in meno di chi ricarica sempre alle colonnine. La differenza si annulla se il chilometraggio annuale non supera gli 8000km: ricaricando alle colonnine nel quinquennio si spenderebbero soltanto poco più di 200 euro in più, mentre ricaricando a casa se ne risparmierebbero quasi 800 rispetto all’ibrido/benzina. Per le auto di classe superiore, sempre nel periodo di 5 anni e per un chilometraggio di 15000 annui, il modello mild-hybrid consente un risparmio di circa 800 euro rispetto al benzina; quelli elettrici implicano spese superiori dai circa 2000 ai circa 7000 euro a seconda del modello. Con le stesse auto ma abbassando a 10000 i chilometri annui le differenze si appiattiscono, con le motorizzazioni elettriche che comportano costi maggiori del modello di riferimento a benzina dai 600 ai 1800 euro; ma in un caso fanno segnare un risparmio di oltre 800 euro.

Nel lungo periodo (10 anni) le tendenze sono più o meno le stesse. Le utilitarie elettriche hanno un TCO superiore dai 5000 agli 8000 euro a seconda del modello per chilometraggi di 12000 annui. Mentre le berline di classe superiore ammortizzano meglio i costi, che aumentano tra i 4000 e gli 8000 euro per tre modelli elettrici e sono pari al benzina per un quarto modello; mentre il modello di riferimento mild-hybrid fa risparmiare nel decennio circa 1500 euro rispetto al benzina e al diesel.

Il dossier di RSE conclude quindi che il full electric è ancora, nella maggior parte dei casi, l’opzione meno vantaggiosa dal punto di vista economico, sia nel breve che nel lungo periodo. Ma occorre sottolineare che le cifre non tengono conto degli incentivi statali all’acquisto (che RSE indica come oscillante di recente tra i 4000 e i 6000 euro) e delle promozioni delle case (bonus, rottamazioni, ecc.): se dalle maggiorazioni sopra indicate si sottraggono queste agevolazioni si può ribaltare il rapporto di convenienza. Un altro fattore di abbattimento dei costi è valutare l’acquisto di un’auto elettrica usata, che permette di risparmiare fin da subito cifre paragonabili all’aumento del TCO rilevato dallo studio. Infine si deve considerare che anche il mercato delle auto elettriche, nuove o usate, risponde alle regole dell’economia di scala: e dunque un aumento della domanda porterà sicuramente ad una crescita della produzione e dunque ad un calo dei prezzi di vendita. Dunque si può presumere che il sorpasso delle auto a zero emissioni su quelle inquinanti non è lontano, e quando si compirà ne gioveranno tanto i produttori quanto i consumatori e l’ambiente.

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