Pianeta

Foreste: un pianeta con sempre meno alberi

Nell’ultimo secolo l’Uomo ha abbattuto un sesto delle foreste del mondo. Agricoltura e allevamento reclamano sempre più spazio per fornire cibo ad un’umanità in crescita.

Pochi giorni fa, intervenendo alla conferenza internazionale “Global Forest and Tree Restoration”, ospitata dall’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi ha dichiarato: “La protezione delle foreste e le azioni di riforestazione sono fondamentali, ma sfortunatamente le azioni dei governi finora non sono state all’altezza, dobbiamo far sentire la voce della scienza.”

A che cosa si riferisce il fisico premio Nobel? In quale situazione si trovano le aree verdi del pianeta? Secondo dati della FAO le foreste oggi coprono il 38% delle terre fertili. Può sembrare molto ma bisogna pensare che nel corso della storia abbiamo abbattuto un terzo delle foreste del mondo; la metà di queste soltanto nell’ultimo secolo. Il continente con più foreste è l’Europa, soprattutto grazie alla vastità del territorio russo. L’Italia ha circa un terzo del territorio coperto da alberi: si stima che nel nostro paese ne crescano ben 9 miliardi. Per fare dei confronti: Francia, Spagna e Germania ne hanno più o meno quanto noi; mentre nel Regno Unito soltanto l’11% di territorio è coperto da foreste. Finlandia e Svezia invece ne posseggono il doppio di noi: intorno al 70%; il Brasile il 60%, ma ha perso il 10% di alberi negli ultimi 30 anni.

Il discorso non può però riguardare i singoli paesi, perché i benefici della vegetazione si distribuiscono a tutti attraverso l’atmosfera. Purtroppo anche i danni derivati dalla perdita delle foreste interessano tutta l’umanità, oltre alle comunità locali: secondo l’ONU il 75% delle malattie infettive emergenti sono zoonosi, ovvero hanno origine da animali che perdono i loro habitat naturali e si avvicinano agli spazi abitati dell’Uomo. La deforestazione, l’aumento dei terreni destinati a monoculture agricole e allevamenti, la desertificazione di territori un tempo coperti da vegetazione, sono citati tra i fattori che aumentano questo fenomeno.

Abbiamo estremo bisogno di aree naturali sane e ricche di biodiversità. Nell’ultimo decennio gli ecosistemi terrestri hanno assorbito tra il 20 e il 30% delle emissioni umane di CO2. Le foreste del pianeta assorbono 2 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno; ma le attività umane, nello stesso anno, ne mandano in atmosfera 26 miliardi di tonnellate. Per non parlare della loro capacità di mitigare il clima.

Un altro pericolo per le foreste deriva dall’inesorabile aumento della popolazione globale. È vero che in tutto il mondo la popolazione si trasferisce dalle campagne alle città, abbandonando spazi alla progressiva rinaturalizzazione: attualmente più della metà di noi, oltre 4 miliardi di persone, vive in città. Nel 2050 si stima che questa percentuale salirà quasi al 70%. Ma purtroppo è anche vero che la sovrappopolazione richiede l’aumento delle coltivazioni, per produrre sempre più cibo, e l’aumento dei pascoli per gli allevamenti. Tutto questo avviene ai danni delle foreste. Secondo la FAO negli ultimi 20 anni abbiamo perso 100 milioni di ettari di alberi. Il fenomeno è in rallentamento negli ultimi 10 anni, ma non si è fermato su scala globale. Le foreste riprendono territori abbandonati dall’Uomo in Asia, Europa e Nord America, anche grazie ai programmi di riforestazione; ma questi aumenti di aree verdi sono ampiamente superati dalle deforestazioni in America Latina, Caraibi ed Africa sub sahariana, dove gli alberi sono abbattuti per far spazio a pascoli e coltivazioni.

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