Ecologia integrale

Un fondo d’investimento per lo sviluppo sostenibile

Pierluigi Sassi intervista Natale Laface, presidente del Gruppo Rotvogel, sulle pagine dell’Osservatore Romano.

Nella sua importante opera dal titolo Transizione Ecologica, l’economista Gaël Giraud — che prima di diventare gesuita aveva lavorato in banche d’affari — mette sotto accusa il sistema finanziario internazionale, colpevole di condizionare mercati globali e governi nazionali in nome del profitto, con il conseguente sovrasfruttamento delle risorse naturali e il progressivo peggioramento della qualità della vita di miliardi di persone. Identificare una griglia di principi etici da adottare nell’utilizzo di strumenti finanziari non è certo cosa facile.  […]

Ne abbiamo parlato con Natale Laface, operatore finanziario di lunga esperienza nel settore bancario e finanziario, oggi presidente del Gruppo Rotvogel, dove ha creato l’omonimo Fondo di investimento ESG .

Presidente, la finanza si sta accorgendo della sostenibilità?

Il Financial Time ha messo in luce che se in Europa, nel 2021, solo il 18,8% degli ETF – Exchange Traded Fund – investiva in politiche ESG , nel 2022 questo stesso dato è salito al 65%.

[…]

Investire nello sviluppo sostenibile rende bene?

I fondi sostenibili hanno conservato il proprio capitale anche durante il Covid. È soprattutto questa loro tenuta alle crisi che li rende molto performanti e stabili nel lungo periodo.

Tutto ciò va a sottolineare quanto sia importante anche per un’impresa commerciale dimostrare i propri parametri ESG . Con l’aggravarsi della crisi climatica e delle conseguenti tensioni sociali, infatti, è solo dimostrando i propri valori e le proprie strategie di aziendali responsabili che un’azienda può assicurarsi la fiducia dei clienti e il sostegno della “buona finanza”.

A novembre scorso il Parlamento Europeo ha approvato una modifica alla norma sulla rendicontazione non finanziaria delle imprese, che prevede una maggiore affidabilità delle informazioni inserite nel bilancio di sostenibilità, sia attraverso la revisione e la certificazione fornite da soggetti indipendenti, sia attraverso l’accesso digitale alle informazioni sulla sostenibilità. Per la prima volta la norma verrà applicata anche alle società non quotate in borsa di grandi dimensioni. Ma dobbiamo tenere presente che è già previsto un allargamento alle piccole e medie imprese domestiche, che avranno solo il vantaggio di criteri più specifici e di tempi di adeguamento più comodi. La strada è ormai tracciata per tutti.

[…]

Leggi l’articolo completo sul sito dell’Osservatore Romano

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