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Ecologia integrale

Il Mediterraneo è un luogo dello spirito (e della pace)

Il sindaco di Firenze Dario Nardella intervistato da Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, sulle pagine dell’Osservatore Romano

Proprio mentre la Russia invadeva l’Ucraina gettando il mondo in un clima di angoscia e di paura, nella città simbolo del Rinascimento, in quella Firenze culla dell’arte e dell’architettura che seppe proiettare l’umanità in una nuova epoca di bellezza e di speranza, 60 vescovi e 60 sindaci del Mediterraneo lavoravano per costruire un cammino di dialogo e di pace. La Carta di Firenze siglata il 27 febbraio scorso è nata dall’intuizione del Presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, e del sindaco di Firenze, Dario Nardella, entrambi ispirati al cristianesimo sociale del venerabile Giorgio La Pira. Ne abbiamo parlato a Palazzo Vecchio con il sindaco di Firenze.

“Nel 1955 Giorgio La Pira organizzò, proprio qui a Palazzo Vecchio, l’incontro delle capitali, e tra il ’58 e il ’63 i famosi “Dialoghi sul Mediterraneo”. Seppure i tempi sono cambiati le sfide sono grandi come allora: nel secolo scorso la guerra fredda, oggi la guerra in Ucraina; allora il rischio del nucleare, oggi la battaglia contro il cambiamento climatico e la grande questione dei flussi migratori. Sfide diverse ma da affrontare ispirandosi agli stessi valori” […]

“Non basta firmare i trattati internazionali sull’ambiente e sull’inquinamento; non basta darsi obiettivi sfidanti a livello globale. Se non si agisce nelle città le cose non cambiano. Pensiamo agli stili di vita; agli investimenti sul trasporto pubblico, all’educazione alimentare che si fa nelle scuole; all’economia circolare. Le città europee incidono per l’80% su fattori cruciali come: l’emissione di CO2; il consumo di energia; la produzione di rifiuti. Dove si vince la sfida, quindi, se non nelle città?” […]

“Il Mediterraneo non è solo un luogo geografico; è anche un luogo dello spirito; luogo di incontro delle civiltà. A ben vedere anche i destini della guerra in Ucraina sono legati a quelli del Mediterraneo. […] Oggi più che mai il Mediterraneo è metafora di quel Lago di Tiberiade di cui parlava Giorgio La Pira quando lo indicava come il cuore pulsante della politica internazionale.” […]

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