Ecosistema [podcast] approfondisce uno studio dell’Università di Pisa che arriva a prevedere con sei ore di anticipo alluvioni e frane nei pressi di torrenti e fiumi minori.
Nell’ultima settimana, caratterizzata dal maltempo, la Protezione Civile ha diramato l’allerta “meteo-idro”, gialla o arancione, per diverse aree di Sardegna, Lazio, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Molise; e allerte rosse tra giovedì e sabato scorsi per la Sardegna orientale, la Calabria ionica, e gran parte della Sicilia. Ci troviamo in effetti nel periodo dell’anno in cui è più alto il rischio di eventi critici legati al meteo. In un territorio naturalmente fragile come quello italiano, infatti, le forti precipitazioni possono innescare frane, alluvioni, esondazioni, colate di fango, slavine, valanghe e così via.
Secondo il più recente rapporto sul rischio idrogeologico pubblicato dall’ISPRA circa il 94% dei comuni italiani ha parti di territorio a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. In particolare 1,3 milioni di italiani abitano in aree a rischio frana, e quasi 7 milioni in zone a rischio alluvioni.
Oltre ai rischi per la vita e la salute di persone e animali, occorre sottolineare anche le conseguenze sociali ed economiche di questi eventi: di tutti gli edifici presenti sul territorio nazionale, 1 ogni 25 è a elevato o molto elevato rischio frana; e uno su 10 è a rischio di inondazione. In queste regioni sono attive almeno 84 mila imprese industriali e di servizi che danno lavoro a oltre 800 mila persone.
Sul sito www.idrogeo.isprambiente.it è presente una mappa interattiva dell’Italia in cui si può controllare strada per strada, in maniera intuitiva, quanto è sicuro il proprio territorio.
È evidente che uno dei fattori decisivi per la sicurezza è il preavviso di allarme che si può dare ai cittadini. Recentemente, Scientific Reports ha pubblicato uno studio dell’Università di Pisa e del Consorzio di Bonifica Toscana Nord sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per le previsioni delle alluvioni provocate da torrenti e fiumi minori: quelle che di solito causano più disastri essendo meno prevedibili. Il modello descritto in questo studio promette di prevedere questi eventi fino a 6 ore in anticipo; tempo che consentirebbe evacuazioni e interventi più tempestivi nelle aree colpite.
Come si “addestra” un’intelligenza artificiale a predire le alluvioni? Quali professionalità sono necessarie per essere pronti alle emergenze? Lo abbiamo chiesto a Monica Bini, professoressa del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha coordinato questa ricerca. Ascolta il podcast di “Ecosistema”, la rubrica radiofonica settimanale curata da Earth Day Italia, trasmessa da Radio Vaticana Italia.